la Repubblica
Il congresso di Washington ammette il suo ruolo
decisivo nel brevetto che gli fu sottratto da Bell
Invenzioni, Meucci vince
la guerra del telefono
A 113 anni dalla morte, gli Stati Uniti
danno ragione all'inventore toscano
di STEFANIA DI LELLIS

 

A 113 anni dalla sua morte, l'inventore italiano Antonio Meucci si ? visto riconoscere i suoi meriti dal Congresso degli Stati Uniti. Approvando per acclamazione una risoluzione presentata dal deputato italoamericano Vito Fossella dello Stato di New York, la Camera di Washington ha proclamato Meucci "l'inventore del telefono". Il suo rivale, l'americano Bell che gli sottrasse la gloria e il successo, e che sull'invenzione costru? un impero economico esce come un impostore e un profittatore dalla risoluzione della Camera.

Da ragazzo mise a punto una miscela propulsiva per fuochi d'artificio, ma il cocktail, sperimentato a Firenze, provoc? danni e feriti e gli frutt? una denuncia. All'Avana accumul? soldi curando malati di artrite con le scosse elettriche, ma il patrimonio and? presto in fumo, male investito in imprese per la fabbricazione di candele e carta di alghe negli Usa. Soprattutto costru? il primo telefono, ma la trovata gli fu scippata da uno scozzese furbo e intraprendente, Alexander Graham Bell. Ora per?, a 113 anni dalla morte, qualcosa sembra andare per il verso giusto ad Antonio Meucci, uno degli uomini pi? geniali e sfortunati della storia: il Congresso degli Stati Uniti ha approvato per acclamazione una risoluzione in cui di fatto si riconosce Meucci "inventore del telefono". Un successo, visto che sui libri di scuola dei ragazzi Usa il nome del toscano non ? mai comparso, a differenza di quanto avviene nei nostri manuali.

Il passo della Camera arriva dopo una intensa campagna condotta da un deputato italo-americano dello Stato di New York, Vito Fossella, e da un piccolo museo di Staten Island, il "Garibaldi-Meucci Museum". La giovane direttrice dell'istituto, Emily Gear (origini tedesche, niente a che vedere con l'Italia) ha fatto della battaglia per ripristinare la verit? sugli albori della comunicazione sonora a distanza una questione di diritti umani: "La storia di Meucci - spiega al telefono da Staten Island - rispecchia quella di tanti immigrati anche dei nostri giorni, discriminati perch? non sanno parlare correttamente la lingua dei paesi che li ospitano".

Sul telefono, o comunque qualcosa che gli somigliava, Meucci cominci? a lavorare a 26 anni, nel 1834, quando era capo macchinista al Teatro della Pergola di Firenze. Per dare ordini dal palcoscenico alla struttura di manovra mise infatti a punto un apparecchio acustico simile a quello che usano i bambini per comunicare a distanza, due coni di carta e un filo. Perfezion? l'idea a Cuba, dove and? per sfuggire a persecuzioni politiche e dove fece soldi curando artritici con l'elettricit?. Un giorno uno dei suoi pazienti colpito da una scossa a 114 volt cacci? un urlo, la voce corse lungo il filo e arriv? all'orecchio dell'inventore, seduto due stanze pi? in l?. Quanto bastava per rimettersi lavoro sul "telegrafo sonoro". Prototipi e disegni si moltiplicarono, ma Meucci - forse anche per le sue difficolt? con l'inglese - non riusciva a trovare chi finanziasse la sua idea. Si rivolse alla Western Union sperando in un seguito imprenditoriale per la sua scoperta, e la societ?, dopo ripetuti rinvii, gli fece credere di aver perso i suoi prototipi.
Pag? di tasca sua un "caveat", una notifica di attesa di brevetto. Ma bisognava rinnovarlo ogni due anni e lui aveva dato fondo al patrimonio accumulato a Cuba. Nel 1874 non riusc? cos? a tirar fuori i dieci dollari necessari per rivendicare la paternit? della sua invenzione. Due anni dopo il brevetto venne riconosciuto ad Alexander Graham Bell che aveva lavorato nel laboratorio in cui era stato conservato il frutto delle ricerche di Meucci. Nel 1887 la Corte Suprema riconobbe la fondatezza di un giudizio per frode e dichiarazione di falso contro Bell, ma Meucci mor? nel 1889 e la causa fu lasciata appassire. N? venne mai sancito del tutto chi fosse stato il vero inventore del telefono.

(16 giugno 2002)